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Il segmento testuale Piano Marshall è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 40Entità Multimediali , di cui in selezione 21 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 558

Brano: Marshall, Piano

sperazione delle popolazioni », ma anche di evitare dannose conseguenze alla stessa economia degli Stati Uniti. Infatti, chiusa la immensa voragine dei consumi bellici, l’industria statunitense uscita intatta dalla guerra, anzi enormemente rafforzata, era obbligata a trovare nuovi e adeguati sbocchi. A tale scopo occorreva un programma di largo respiro e questo era appunto il Piano Marshall che, sfruttando le distruzioni e la miseria provocate dal fascismo e dai suoi complici, avrebbe permesso al capitalismo nordamericano di sovrastare d'un balzo tutti gli altri popoli.

Conferenza di Parigi

Al Piano Marshall furono invitati ad aderire tutti i paesi europei, compresa lUR.S.S. I sovietici infatti presero parte a una prima riunione, convocata a Parigi tra il 28 giugno e il 2.7.1947 da G. Bidauit per la Francia e da E. Bevin per la Gran Bretagna (dietro suggerimento del generale Marshall stesso), nella quale si sarebbero dovuti fissare i preliminari per il lancio del Piano Marshall.

Il progetto presentato a Parigi dai rappresentanti della Francia e della Gran Bretagna e già concordato con il segretario di stato Marshall, prevedeva che, fissato il fabbisogno dei paesi europei, il deficit di ciascun paese sarebbe stato in parte colmato con il concorso intereuropeo, mentre il saldo finale sarebbe stato coperto dagli aiuti americani. In tal modo gli U.S.A. avrebbero controllato, dal vertice, la situazione. Il sovietico Molotov (v.) ammise che all'Europa era utile l’aiuto statunitense, ma respinse un programma generale che « avrebbe reso gli Stati europei inevitabilmente [...]

[...]he all'Europa era utile l’aiuto statunitense, ma respinse un programma generale che « avrebbe reso gli Stati europei inevitabilmente dipendenti dalle grandi potenze ». In altri termini, la superiorità tecnica e finanziaria degli Stati Uniti, con il pretesto della « cooperazione economica », puntava palesamente a instaurare un controllo politico sui paesi dell’Est. Molotov chiese garanzie su tale punto e pose certe condizioni all accettazione del Piano Marshall, che dagli U.S.A. non vennero accolte. Alla fine i sovietici si ritirarono dalla conferenza, seguiti da tutti i paesi balcanici e dell’Europa orientale.

Chiusa la conferenza preliminare di Parigi, il governo inglese e quello francese invitarono 22 Stati europei (compresi l’U.R.S.S. e i paesi dell’Est) a una nuova conferenza da tenere, sempre a Parigi, il 12.7.1947, cioè pochi giorni dopo il fallimento della prima. Ma la forma stessa della convocazione, il tono dell’invito e lordine del giorno programma

to indicavano chiaramente che le potenze occidentali avevano ormai stabilito le loro [...]

[...]to della prima. Ma la forma stessa della convocazione, il tono dell’invito e lordine del giorno programma

to indicavano chiaramente che le potenze occidentali avevano ormai stabilito le loro scelte e non si curavano di spezzare il blocco dei paesi ancora formalmente « alleati ».

O.E.C.E. e Comecon

Da quel momento la costruzione del blocco economico occidentale, sotto l’egida degli Stati Uniti, procedette rapidamente e senza ostacoli. Al Piano Marshall, ribattezzato Piano E.R.P. (European Recovery Program, Programma di ricostruzione europea), aderirono 14 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Svezia, Svizzera, Turchia e Germania Occidentale (rappresentata dai comandanti in capo delle zone di occupazione occidentali). Nel luglio 1959 vi verrà ammessa anche la Spagna. Alcuni mesi dopo la Conferenza di Parigi il presidente Truman sottoscrisse YEconomie cooperation act

1948, che sanciva la partecipazione americana alla ricostruzione europea. Quasi contemporaneamente, il 16.4.1[...]

[...]ituirono il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica), cui aderirono Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Repubblica Democratica Tedesca, Romania, Ungheria, Unione Sovietica. Come « associati » entreranno a far parte del Comecon la Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Popolare di Corea, la Repubblica Democratica del Vietnam e la Mongolia. (Si veda anche la voce Federalismo europeo).

Le conseguenze del Piano

In Italia il Piano Marshall fu uno dei principali strumenti usati dai partiti centristi per rompere l’unità stabilita nei C.L.N.. In omaggio alla « dottrina di Truman », il pericolo per il « modo di vita » occidentale non fu più visto nel fascismo, ma nel comuniSmo.

Il Piano Marshall avrebbe tuttavia rivelato ben presto i propri limiti in campo specificamente economico.

« Il Piano Marshall non può eliminare la necessità per l’economia europea delle relazioni commerciali estovest», scriveva la

Stampa di Torino il 17.3.1950. Lo stesso giornale, non sospetto di avversione per l'America, torhava sull’argomento il 29.12. 1950 scrivendo: « Noi abbiamo sempre insistito sul valore materiale e morale dell’aiuto dato dagli Stati Uniti all’Europa, sia col Piano Marshall sia col piano di riarmamento. Ma non si sminuisce affatto questo valore se si dice che tali interventi americani rappresentano provvedimenti lungimiranti di autodifesa ».

La politica statunitense mancò i suoi principali obiettivi anche sul terreno militare. L’assedio economico imposto all'Unione Sovietica e agli altri Stati socialisti, il rifiuto della collaborazione tecnica e la corsa agli armamenti atomici da posizioni di vantaggio avrebbero dovuto, secondo gli americani, bloccare lo sviluppo deH’economia del campo socialista, ritardarne la ricostruzione e ridurne la capacità militare, c[...]

[...]cò i suoi principali obiettivi anche sul terreno militare. L’assedio economico imposto all'Unione Sovietica e agli altri Stati socialisti, il rifiuto della collaborazione tecnica e la corsa agli armamenti atomici da posizioni di vantaggio avrebbero dovuto, secondo gli americani, bloccare lo sviluppo deH’economia del campo socialista, ritardarne la ricostruzione e ridurne la capacità militare, cosa che invece non avvenne. Il rifiuto di aderire al Piano Marshall espresso dalla Federazione sindacale mondiale, unitariamente sorta nel corso della guerra antifascista e comprendente le organizzazioni sindacali di tutto il mondo, fu tuttavia usato dai capi dei sindacati americani e inglesi per provocare una scissione anche nel movimento operaio internazionale. A ciò seguirono corrispondenti scissioni sindacali in Italia e in altri paesi. Gli aiuti economici americani facilitarono effettivamente la ricostruzione dell’Europa distrutta dalla guerra, ma ciò avvenne naturalmente a esclusivo vantaggio del grande capitale. Inoltre, a distanza di un trentennio, il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 173

Brano: [...]fluenza fuori dai propri confini andava interpretato come una minaccia agli interessi globali degli Stati Uniti ed alla loro sicurezza: il vecchio alleato del tempo di guerra era.quindi diventato per il governo americano un nemico mortale, covo della rivoluzione internazionale. Sempre più frequenti furono da quel momento le crisi internazionali, come quella di Berlino nel 1948 (v. Germania). Corollario della “dottrina Truman” fu il già ricordato Piano Marshall, annunciato nel 1948, che mirava ad

accelerare la ripresa economica dei paesi europei sottraendoli ai richiami del « comuniSmo della pancia vuota » e soprattutto a orientare la ripresa europea secondo le esigenze del capitalismo americano.

Nel 1949 una grossa crisi economica interna, la prima del dopoguerra, indusse l’amministrazione Truman a rivedere le proprie posizioni in un'ottica globale e soprattutto ponendo in primo piano, oltre agli “aiuti”, il riarmo: vanno interpretati in questo senso l'estensione del Piano Marshall ai paesi del Terzo Mondo [Point Four Program me) e l’allargam[...]

[...]i paesi europei sottraendoli ai richiami del « comuniSmo della pancia vuota » e soprattutto a orientare la ripresa europea secondo le esigenze del capitalismo americano.

Nel 1949 una grossa crisi economica interna, la prima del dopoguerra, indusse l’amministrazione Truman a rivedere le proprie posizioni in un'ottica globale e soprattutto ponendo in primo piano, oltre agli “aiuti”, il riarmo: vanno interpretati in questo senso l'estensione del Piano Marshall ai paesi del Terzo Mondo [Point Four Program me) e l’allargamento a livello mondiale della concezione del “contenimento” dell’U. R.S.S., linea culminata nel 1949 con la creazione della N.A.T.O. (v.) e nel 1950 con la guerra di Corea (v.), che costituirono il primo motore dell’espansione americana del decennio successivo.

Contraltare interno della guerra fredda fu l’esplosione di anticomunismo, innescata già nel 1947 dal presidente con l’istituzione di programmi tesi a verificare la “fedeltà” dei funzionari governativi. Questa politica ebbe il suo sbocco naturale nella “caccia alle streghe”[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 284

Brano: [...]tore delegato della FIAT, sia purè nell’ambito di controlli formali affidati al Consiglio di gestione dell’azienda.

Secondo dopoguerra

Dopo la morte di Giovanni Agnelli (16.12.1945), Valletta divenne il principale personaggio della FIAT. Sull’onda del clima di restaurazione intervenuto dopo la stagione degli entusiasmi resistenziali, il monopolio torinese potè attingere alla quota più cospicua dei cosiddetti “aiuti economici” americani del Piano Marshall (v.)f mentre l’intera politica economica del Paese, per l’azione combinata delle banche internazionali e dei governi democristiani, veniva orientata secondo gli interessi della FIAT e dei complessi industria

li monopolistici a essa collegati (motorizzazione di massa, costruzione di gigantesche autostrade, investimenti nella industria bellica ecc.; e, per contro, degrado dell’agricoltura, emarginazione delle regioni meridionali, emigrazione interna ed esterna, con tragiche conseguenze sia sociali che ambientali).

Il “ vali etti smo"

Ma il prof. Vailetta passerà alla storia, nelle pagi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 213

Brano: [...] le potenze vincitrici, sembravano avvalorare quel timore. Iniziò così una lenta, ma progressiva revisione della politica approvata al III Congresso del P.C.U., che ricevette un colpo definitivo dalla rottura intervenuta fra U.R.S.S. e Jugoslavia nel 1948.

Mutarono da questo momento le tendenze degli scambi con l’estero, che fino ad allora si erano indirizzati prevalentemente verso l’Occidente: l’accoglimento delle tesi sovietiche relative al Piano Marshall (v.) e i successivi accordi firmati con le altre repubbliche popolari condussero gradualmente l’Ungheria a inserirsi nel sistema di integrazione economica dell’Est europeo. Sul piano politico, la partecipazione dei comunisti ungheresi alla fondazione del Cominform (v.) si accompagnò, di lì a pochi mesi, a un'accentuata campagna sul fronte interno per giungere, in nome dell'unità della classe operaia, all’unificazione con i socialisti (giugno 1948). Ma furono la rottura con la Jugoslavia e l’inizio di un’aspra campagna contro il “titoismo” a favorire la “stalinizzazione” del paese, cioè il suo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 80

Brano: [...]tutta la nazione », l'articolo 7 che, includendo nella Costituzione repubblicana i Patti Lateranensi (v.) conclusi l'11.2.1929 tra il fascismo e il Vaticano, manteneva di fatto l'ingerenza clericale nello Stato italiano, favorendo non poco la successiva egemonia politica della Democrazia cristiana. Togliatti presiedette costantemente il Gruppo comunista alla Camera e, sotto la sua guida, il P.C.I. condusse in Parlamento una tenace opposizione al Piano Marshall (v.). In quegli stessi anni, deluse le attese popolari e cacciati i comunisti dal governo (1947) nel quadro del completo assoggettamento dell'Italia agli Stati Uniti, ebbe inizio per i lavoratori una fase di arretramento e di dure lotte. La repressione raggiunse il culmine dopo l’attentato a Togliatti del 14.7.1948 (v. Quattordici luglio). Le successive campagne guidate da Togliatti, come quella contro l'adesione dell'Italia alla N.A.T.O. (1949) e contro la “legge truffa” (1953) saranno premiate da un graduale allargamento dei consensi elettorali, ma non riusciranno mai a spostare i rapporti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 686

Brano: [...]l predominio militare assicurato dalla bomba atomica (v. Hiroshima). Gli interventi negli accordi di pace, secondo cui il ruolo degli U.S.A. doveva essere quello di “arsenale della democrazia”, impedirono un ritorno all’isolazionismo, influenzando le scelte americane degli anni successivi. La politica estera americana dell’immediato dopoguerra vide infatti il suo principale obiettivo nel contenimento dell’espansione sovietica e del comuniSmo. Il Piano Marshall (v.) del 1948, varato nominalmente per favorire la ripresa europea con aiuti economici, e il Point Four Programme del 1949, che prevedeva altrettanti aiuti ai paesi del Terzo Mondo per favorirvi lo sviluppo di istituzioni democratiche, erano in realtà volti anzitutto a estendere l’influenza politica americana nel Vecchio Mondo e nelle ex colonie (v. Neocolonialismo).

Il periodo di tensione tra U.S.A. e U.R.S.S., definito come “guerra fredda”, culminò nel 1950 nella guerra di Corea (v.), con l’intervento delle truppe americane contro le forze comuniste nordcoreane. Il diffuso sentimento ant[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 188

Brano: [...]uenze di creare grosse difficoltà aH'economia statunitense sovradimensionata dalla produzione bellica, bloccandone le esportazioni verso l’area europea proprio nel delicato momento di passaggio dalla produzione di guerra a quella di pace, col pericolo di una disoccupazione di massa.

Dall'intreccio tra le esigenze dell’economia americana e le più ampie valutazioni politiche e ideologiche di opporsi alcomunismo su scala mondiale, prese avvio il Piano Marshall (v.), finalizzato alla creazione di un sistema economico europeo capace di muoversi con le proprie forze e di essere un convincente partner commerciale per gli Stati Uniti. Inoltre questa politica di “aiuti” che, cancellando generosamente le riparazioni, profondeva aiuti in modo

apparentemente disinteressato, contrastava in modo evidente con la politica sovietica che, invece, insisteva per ottenere il pagamento integrale delle riparazioni di guerra senza essere in grado di aiutare nemmeno i propri alleati.

Nel secondo dopoguerra la questione delle riparazioni non assunse tuttavia mai la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 824

Brano: [...]a, di « crociata anticomunista ». Definitivamente affossato lo spirito dei C.L.N., gradualmente messi da parte gli uomini della Resistenza, grazie alla mancata epurazione (v. Processi ai fascisti) tornavano alla ribalta i vecchi arnesi del regime, la stampa cosiddetta indipendente, la Chiesa cattolica e gli Alleati plaudivano al governo De Gasperi che stava inserendo saldamente l’Italia nel blocco occidentale, nel gruppo dei paesi interessati al Piano Marshall (v.). Così il paese non faceva altro che legarsi con vincoli economici e politici sempre più stretti, in un rapporto di subalternità agli Stati Uniti che, del resto, già detenevano le fondamentali leve di comando della sua economia. Nell’aprile 1948 il clima elettorale giunse a forme di alta tensione: la presenza in Italia del più forte partito comunista del mondo occidentale scatenò nelle forze al potere e nei ceti conservatori un anticomunismo viscerale. Il « fronte contro fronte » fu la caratteristica della

824



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 606

Brano: [...]tunno del 1943, fu deportato sino all’aprile 1945 a Buchenwald.

Secondo dopoguerra

Nella Francia del dopoguerra assunse ripetutamente incarichi di governo. Eletto nel 1945 deputato socialista, fu ministro per gli Approvvigionamenti nel primo governo De Gaulle (novembre 1945), poi ministro dei Trasporti, quindi delle Finanze e delI’Economia nel gabinetto Schuman (settembre 1947). In quest’ultima funzione sostenne l’adesione della Francia al Piano Marshall.

Negli anni Cinquanta ebbe altri importanti incarichi, anche in campo internazionale: ministro degli Esteri nei gabinetti MolJet (febbraio 1956maggio 1957) e Gaillard

(novembre 1957aprile 1958), firmò la concessione dell’indipendenza al Marocco e alla Tunisia, nonché i Trattati di Roma per l’istituzione della Comunità economica europea e dell’Euratom.

Nella primavera del 1956 compì un viaggio a Mosca per avviare il riavvicinamento francosovietico, che sarebbe peraltro fallito a causa dei fatti di Ungheria e dell’intransigenza con la quale Io stesso Pineau si oppose a risolvere il pro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 302

Brano: PS.A.

nismo regionale di carattere politico: a Bogotà nasce ufficialmente l'O.S.A.. La coincidenza temporale con fenomeni analoghi in Europa (Patto di Varsavia, Piano Marshall e N.A.T.O.) si spiega facilmente: il motivo dominante nella politica mondiale è ormai la « guerra fredda ». Per l’America Latina però l’allineamento rigido non comporterà affatto uno sviluppo economico parallelo.

Nel 1954 l’O.S.A., riunitasi a Caracas (Venezuela), approva una « Dichiarazione di solidarietà per la preservazione della integrità degli Stati americani contro il comuniSmo internazionale ». Il testo, proposto dal Segretario di Stato degli U.S.A. Foster Dulles, ha un bersaglio diretto: il governo democratico di Juan Jacobo Arbenz Guzman, nel Guatemala (v.), colpevole di aver rott[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Piano Marshall, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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